26/03/2020
Il coronavirus ha messo a soqquadro la vita privata e lavorativa di ogni giorno. Le aziende hanno dovuto reagire in pochissimo tempo a un cambiamento di condizioni generali. Il concetto di cui ora si parla di continuo è lo smart working.
Le imprese altoatesine e i loro dipendenti si trovano ad affrontare nuove sfide a causa dell’interruzione quasi totale della vita pubblica in Italia e in altri Paesi d’Europa. Nelle scorse settimane molte aziende hanno concesso più flessibilità e la possibilità di fare homeoffice o smart working. Questo è un grande passo avanti per le imprese in Alto Adige, poiché secondo una rilevazione dell’IRE risalente al 2018 solo il 4,1 percento delle aziende riteneva che il livello di digitalizzazione nella propria azienda fosse “alto”. La maggior parte delle imprese considerava di aver raggiunto un livello “poco avanzato” (39,1 percento) o “abbastanza avanzato” (47,1 percento).
Grazie allo smart working, i collaboratori e le collaboratrici possono coordinare e gestire autonomamente da casa i propri compiti e le aziende possono comunque seguire le loro attività. Per il datore di lavoro i maggiori vantaggi nel lavorare da casa sono l’aumento della flessibilità per i dipendenti (62 percento) e la conciliabilità di famiglia e lavoro (55 percento). Quasi la metà dei datori di lavoro (45 percento) ritiene che i collaboratori e le collaboratrici siano più produttivi se di tanto in tanto lavorano altrove rispetto al luogo di lavoro.
“Fortunatamente al giorno d‘oggi grazie alla digitalizzazione è possibile lavorare da casa in molti settori. Solo in questo modo molte imprese riescono attualmente a mantenere operativa la propria attività. La digitalizzazione rimarrà un tema importante anche in futuro”, afferma il Presidente della Camera di commercio di Bolzano Michl Ebner.